Secondo me Futurama è e rimarrà per sempre migliore dei Simpson. Vi spiego perché.
Chi mi conosce sa che ho una passione smodata per Futurama e che lo guardo e riguardo da quando è uscito per la prima volta su Italia 1.
Creazione di Matt Groening, a differenza dei Simpson, Futurama ha un inizio e una fine, che serve a dargli quella dignità che ahimè i protagonisti gialli hanno perso con l’andare del tempo.
La prima volta che ho visto i Simpson sono rimasta sbalordita, aveva qualcosa di affascinante.
Guardavo e riguardavo le puntate dei Simpson fino ad assimilarne le battute, a citarlo e ricitarlo nelle occasioni della vita con amici e parenti.
Sensazione d’amore che è andata ad affievolirsi, a scomparire per far spazio con la 32esima stagione al fastidio.
Cosa che non è potuta succedere con Futurama, che al contrario è rimasta coerente e adorabile, nonché divertente, fino alla fine.
Non che i Simpson non siano stati divertenti o nulla gli sia dovuto, non fraintendiamoci, ma secondo me dalla decima stagione in poi si è andato gradualmente e inevitabilmente a perdere quella lezione morale, quell’affetto sincero e familiare, quel “ooowww…” a fine puntata.
Futurama è a mio parere il vero prodigio di Groening, non venendo sfruttato, deformato, snaturato.
Simpson: il problema generazionale
A differenza di Futurama, che si è fermata alla 7ima stagione con 140 episodi, i Simpson dato l’iniziale meritatissimo successo sono andati ben oltre, cavalcandone l’onda, giustamente e ovviamente per amore di pecunia, perché alla fine ricordiamocelo i Simpson sono un brand e nessuno lavora per la Madonna.
Ma perché?
Molto probabilmente se ti sei chiesto come mai i Simpson siano peggiorati così tanto, fai parte di quella generazione che ha visto le prime stagioni in età adolescenziale, quindi nato a cavallo fra gli anni 80 e 90. Oppure sei già nato vecchio. (HA-HA!)
Il punto focale si chiama “salto generazionale”. Per quanto l’età dell’oro dei Simpson sia stata consolidata dalle stagioni 1-9, è innegabile che da un certo punto in poi si sia dovuto fare un evoluzione naturale, se così vogliamo chiamarla, a livello comico per poter stare al passo coi tempi, o meglio con il pubblico.
Qualcuno sostiene che le prime avvisaglie di decadenza si siano presentate con la puntata rivelazione dell’impostore Skinner, che a parer mio rimane una buona puntata, eseguita con tocco classico dei Simpson, malgrado la trama pesante e che lascia l’amaro in bocca.
Proseguiamo con altre stagioni, in cui gradualmente gli episodi mantengono battute degne di note ma episodi che vanno a danneggiare il nome della serie, fino a perdere totalmente anche battute anche solo vagamente accettabili.
Crescendo per me è stato inevitabile staccarmi dalla serie poiché invecchiando non avevo più agganci generazionali che riuscivano a suscitare emozioni. Ecco perché per me i Simpson si fermano alla 10ima stagione, o meglio dire, la nona.
Hanno perso quel mordente, quelle battute che facevano ridere perché facevano riflettere, non era comicità becera: i Simpson, come disse un vecchio amico, si sono inesorabilmente trasformati nei Griffin. Ma gialli.
FUTURAMA: il futuro che ammicca al passato
Perché dunque, Futurama dovrebbe essere migliore dei Simpson?
A differenza dei Simpson, Futurama riesce a stare perfettamente in bilico fra la risata e il “ti strappo una lacrima”, in un misto di emozioni agrodolci che rendono il fantascientifico Futurama migliore del suo predecessore.
Come è ben noto, gli scrittori di Futurama sono per la maggiore accademici decisamente intelligenti, molti dei quali laureati ad Harvard con alti titoli di studio che si fondono con il genio di Groening per creare idee acute, pungenti, divertenti e allo stesso tempo furbe ma sottili, che solo all’apparenza rendono il format per un pubblico di nicchia.
SI RIDE MOLTO, CI SI EMOZIONA MOLTO
Sono abbastanza convinta di essere una persona fredda e che non si lascia scappare la lacrimuccia molto facilmente, ma il modo travolgente di raccontare di Futurama mi coglie sempre di sorpresa.
Fry è un cazzone, sembra quasi che abbia sempre odiato la sua famiglia e che la sua famiglia fosse un accozzaglia di imbecilli, distruggendo poi questa idea che hai di loro con le puntate sul fratello e quella sulla madre (MADONNA LA SCENA DEL SOGNO DELLA MAMMA DI FRY), che ti lasciano il magone, perché riesci a percepire il SENTIMENTO, ti ci puoi immedesimare. Puoi riversare quello che provi in quel momento nei momenti e nelle scene, che riescono sempre a fare centro.
Futurama è avanti 2000 anni in tutti i sensi: riuscire a far ridere come non mai ma anche far emozionare con certe scene, c’è il cuore in Futurama, per assurdo, questo lo rende più completo dei Simpson.
Miele amaro, con una Leela distrutta dalla perdita di Fry e un Fry amorevole.
Cuore di cane, lealtà, amicizia, amore vero.
Il gioco dei suoni, SIGNORI IL GIOCO DEI SUONI, vogliamo parlare della puntata dove Fry parla nel sogno di sua madre e le parole lasciano spazio ad un abbraccio interminabile che solo una mamma può capire, con una musica in sottofondo che farebbe crollare anche il cuore più duro…
Sono particolarmente affezionata a questa puntata, perché credo che un figlio non dovrebbe mai perdere la propria madre e viceversa.
Non è solamente la mamma ad aver perso un figlio, c’è anche un figlio ad aver perso la madre.
Che puntata. Dio mio che puntata da pelle d’oca.
Futurama non potrà fortunatamente deludermi. Potrò guardarlo con occhi diversi, potrò provare sentimenti ed emozioni diversi, ma non potrà mai cambiare il suo contenuto, perché il punto di fine che gli è stato dato è servito a non svilirlo e a non fargli perdere la dignità che i Simpson invece hanno lasciato su una lavagna a fogli mobili.